LAST ONE

Il teaser del nuovissimo lavoro di Edoardo Nordio

Musicians

Giovanni Luisi (piano, synth, rhodes)
Gianni Vancini
(sax alto, tenore e soprano)
Veronica Surrentino (voce) su “Backlight”
Sergio Vitale (tromba)
Enzo De Rosa (trombone)
Max Rosati (chitarra elettrica)
Alberto Lombardi (chitarra classica, acustica ed elettrica)
Giancarlo Capo (chitarra ritmica)
Umbero Fiorentino (chitarra elettrica)
Edoardo Nordio (basso)
Cristiano Micalizzi (batteria)
Daniele Leucci (percussioni)

1 FUSION LINE (E. Nordio – G. Luisi)
2 TAKE HOME (G. Luisi)
3 LAST ONE (E. Nordio – G. Luisi
4 PATTY (E. Nordio – G. Luisi)
5 CARILLON E. Nordio – G. Luisi)
6 BACKLIGHT (E. Nordio – G. Luisi)
7 QUICKLOCK (E. Nordio – G. Luisi)
8 JOE’S JAWS (G. Luisi)
9 GOOD LUCK (E. Nordio – G. Luisi)
10 REVEREND GREEN  (J. Lorber)         

Prodotto da Giovanni Luisi e Edoardo Nordio per AlfaMusic Label & Publishing
Coordinamento di produzione Alessandro Guardia e Fabrizio Salvatore
Arrangiamenti Giovanni Luisi
Registrazioni e Missaggi Off Ramp Studio (Roma)
Sound Engineer Alessandro Guardia
Sound Engineer su “Fusion Line” e “Last One” Roberto Rosu
Mastering Forward Studios (Grottaferrata – Roma) – Sound Engineer Carmine Simeone
Foto Valeria Santoni e staff

Press

L’ultimo riapra la porta

Angelo Nardi, Maggio 2024, Senso e Paradosso

Un’opera, un prodotto, una costruzione musicale che si riferisce a caratterizzazioni già conosciute trova subito il controverso aspetto del confronto. E si è subito fuori pista perché qui non si tratta di mettere a confronto l’originale con la copia.
La favolosa stagione che va dai primi anni Settanta fino ad inizio anni Ottanta e ha visto come isole espressioni brillantissime come Spyro Gira, Perigeo, Pat Metheney, Weather Report e altri ancora emergono come propellente ideativo dei brani dell’ultima opera di Edoardo Nordio, uscita in questi giorni.
Resta quindi ozioso starsene a decifrare riferimenti e filiazioni. Il complesso spontaneo di sonorità, timbriche e ritmi sempre scanditi con precisione sono semplicemente da godere. Richiamano veramente i luoghi dell’ascolto e trovano duplice impiego come capacità di creare un’atmosfera in un luogo professionale che quello di immergersi interamente con l’attenzione di riuscire a cogliere tutto. Ma in questa ultima impresa ci si riesce solo dopo innumerevoli ascolti.
Da specialisti invece entrare nel merito degli assoli. Il livello di raffinatezza stilistica raggiunge vertici elevati senza mai scomporsi nel tecnicismo dello strumentista narcisista. La formula resta quella del divertirsi suonando e divertire ascoltandoli.
Freschezza e originalità anche nel richiamo scoppiettante ad atmosfere e percezioni conosciute in quella generazione di musicisti che sembrava ricoperta dall’elettronica attuale e voyerismo dei corpi che ha preso il sopravvento nell’offerta musicale dei nostri giorni. Non ci sono citazioni, ma sicuramente riferimenti al sound di quegli anni e ai loro autori. Tutto questo senza mai una citazione esplicita.
Ma la perizia tecnica nella composizione si rileva nell’apprezzare lo sviluppo compositivo di ogni brano. La vicenda sonora, timbrica e ritmica aperta col brano si chiude sempre in modo tecnico. Creativamente le direzioni potrebbero essere diverse. Potrebbero lasciare libere le improvvisazioni e questo non è detto avvenga nelle esibizioni dal vivo.
Chi li apprezza li aspetta in questa godibile prova. Chi li ascolta ha un argomento in più da invocare per dimostrare non chiusa la fase della creazione in funzione dell’idea e del suo sviluppo. L’algoritmo in musica può attendere tanto più quando trova autori intelligenti e attenti.
La riflessione stimolante dall’ascolto di Last One quindi guarda alla possibilità di un’esistenza autentica, in arte, che vada al di là dei contesti storici di riferimento ma riesca a rivivere, di volta in volta, ideazioni e nuove filiazioni espressive.

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Nel 2018 è uscito l’album Fusion Steps di Edoardo Nordio per l’etichetta AlfaMusic, opera per la quale ho avuto il piacere di collaborare come produttore e musicista. Fra me e Edoardo esiste una profon- da amicizia che ci ha visto muovere i primi passi musicali già al liceo e suonare poi a lungo in varie formazioni essenzialmente di fusion. Quando, nel 2018, si è presentata l’ opportunità di fare finalmente un disco in studio insieme ho volentieri lasciato il mio abituale mon- do della musica applicata alle immagini per tuffarmi in questa sfida. Sull’ onda dei risultati più che lusinghieri di Fusion Steps abbiamo voluto mantenere, per questo secondo lavoro, lo stesso concept di base fatto di smooth jazz con venature funky e fusion richiamando gli stessi musicisti di prim’ ordine con alcune new entry e una guest star: il grande chitarrista Umberto Fiorentino che ci aveva onorato della sua presenza gia’ nel precedente disco. Si è anche perfeziona- ta la collaborazione a livello autoriale: i brani sono ora tutti a quattro mani fra me e Edoardo con l’eccezione della cover di Jeff Lorber e di due brani interamente nati dalla mia penna. Essenziale per noi era ottenere un sound ancora più ricercato, con una maggiore ca- ratterizzazione di ogni singolo brano. La scelta, quasi obbligata, è stata quella di realizzare un più tipico lavoro di studio fatto di ri- cerche ed esperimenti con i pre, le D.I., i microfoni e con un missaggio su console analogica SSL con processamenti quasi totalmente out the box. Le new entry di Max Rosa- ti (chitarra solista) e Giancarlo Capo (chitarre ritmiche) nonché di Sergio Vitale e Enzo De Rosa per la sezione fiati hanno ulteriormente contribuito alla realizzazione di questo ambizio- so progetto. In questo percorso più focalizzato ed al tempo stesso di- spendioso in termini di tempo è stato fondamentale l’apporto dell’etichetta AlfaMusic sia a livello artistico che tecnico: Alessandro Guardia infatti, cofondatore dell’etichetta insieme a Fabrizio Salvatore, ha anche mixato otto dei dieci brani. Roberto Rosu ha completato i restanti mix contribuen- do magnificamente alla caratterizza- zione del sound e dei brani che era il nostro obiettivo.

Giovanni Luisi

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Ecco un bellissimo album che ci arriva dall’Italia, “Last One” è l’opera del bassista Edoardo Nordio, che ho scoperto grazie a questo album, una forma di jazz fusion molto originale per le sue composizioni, che oscilla tra jazz e funk con arrangiamenti molto italiani che conferiscono una luminosità particolare a “Last One”, di cui speriamo che non sia l’ultimo di questo musicista. Ecco cosa dice, riguardo a questo album, Giovanni Luisi, produttore, ed autore di alcuni dei pezzi del disco:

“Nel 2018, l’album ‘Fusion Steps’ di Edoardo Nordio è uscito sotto l’etichetta AlfaMusic, un’opera per la quale ho avuto il piacere di collaborare in qualità di produttore-musicista. Tra Edoardo e me esiste una profonda amicizia che ci ha visti fare i nostri primi passi musicali fin dal liceo e suonare poi a lungo in diverse formazioni essenzialmente di fusion. Quando, nel 2018, si è presentata l’opportunità di realizzare finalmente un disco in studio insieme, ho volentieri lasciato il mio mondo abituale della musica applicata alle immagini per immergermi in questa sfida. Sull’onda dei risultati più che lusinghieri di ‘Fusion Steps’, abbiamo voluto mantenere, per questo secondo lavoro, lo stesso concetto di base fatto di smooth jazz con sfumature funky e fusion, richiamando gli stessi musicisti di prim’ordine con alcune nuove entrate e una guest star: il grande chitarrista Umberto Fiorentino che ci aveva già onorato della sua presenza nel precedente disco. La collaborazione a livello di scrittura si è anche perfezionata: i brani sono ora tutti scritti a quattro mani tra Edoardo e me, ad eccezione della cover di Jeff Lorber e di due brani interamente nati dalla mia penna.”

E lo si può capire quando si ascolta in particolare il sassofonista Gianni Vancini che ci ricorda l’energia del compianto David Sanborn, così come gli altri musicisti particolarmente notevoli. Non abbiamo molto spesso l’occasione di avere questo tipo di album tra le mani, e ogni volta ciò ci riempie di gioia, quindi lasciamo proseguire Giovanni:

“Era essenziale per noi ottenere un suono ancora più ricercato, con una maggiore caratterizzazione di ogni brano. La scelta, quasi obbligata, è stata quella di realizzare un lavoro di studio più tipico fatto di ricerche e esperimenti con i preamplificatori, le D.I., i microfoni e con un mixaggio su console analogica SSL con trattamenti quasi totalmente out of the box. Le nuove entrate di Max Rosati (chitarra solista) e Giancarlo Capo (chitarre ritmiche) così come di Sergio Vitale ed Enzo De Rosa per la sezione ottoni hanno anche contribuito alla realizzazione di questo ambizioso progetto.”

È proprio questo che mi attrae in questo album, una bella presa di rischio controcorrente tecnologica che fa bene, dando un po’ più di rotondità e naturalezza che in qualche modo fa suonare questo album come un “Live”. Inoltre, non mancano i giusti ringraziamenti all’etichetta:

“In questo percorso più focalizzato e allo stesso tempo costoso in termini di tempo, il contributo dell’etichetta AlfaMusic è stato fondamentale sia a livello artistico che tecnico: Alessandro Guardia, infatti, cofondatore dell’etichetta con Fabrizio Salvatore, ha anche mixato otto dei dieci brani. Roberto Rosu ha completato i restanti mix, contribuendo magnificamente alla caratterizzazione del suono e dei brani che erano il nostro obiettivo.”

Abbiamo amato su questo CD tanto le composizioni quanto le interpretazioni o il mixaggio, il che permette a questo album di classificarsi tra i nostri “Indispensabili”.

Thierry De Clemensat
USA correspondent – Paris-Move and ABS magazine
Editor in chief Bayou Blue Radio, Bayou Blue News

PARIS-MOVE, May 20th 2024

Bassisti jazz contro

Non c’è dubbio Edoardo Nordio è un tipo coraggioso.
Non solo ha pubblicato un primo album di smooth jazz nel 2018, Fusion Steps, ma oggi persevera nell’idea e fa le cose ancora più in grande, chiamando a registrare questo cd altri nove musicisti. Il coraggio lo si deve proprio alla scelta del genere, che, pur rifacendosi ad artisti come Weather Report, Crusaders, Return To Forever, tanto per citare nel mazzo, non ha mai avuto molti estimatori in Italia. E soprattutto perché la critica militante non l’ha mai amato, bollandolo di faciloneria e di piacioneria e continuando a esaltare le incomprensibili elucubrazioni del free jazz tipiche dei sixties, di pochi anni precedenti il jazz-rock davisiano, progenitore della fusion e dello smooth.

Il bassista di Busto Arsizio, rigorosamente allo strumento elettrico come vuole il genere, si è trasferito a Roma da anni, alternando le collaborazioni musicali alla carriera di doppiatore cinematografico. Questo Last One è la prosecuzione e lo sviluppo del precedente lavoro in quintetto e presenta nove brani originali – sette firmati da Nordio e dal tastierista Giovanni Luisi, autore dei due restanti – e la cover di Reverend Green, scritta da un altro big del genere, Jeff Lorber, e posta quasi sigillo in chiusura.

Anche se i dieci non si slanciano nelle pirotecniche evoluzioni strumentali tipiche degli ensemble fusion più numerosi (eccezione la fulmicotonica Quicklock), mostrano di possedere un totale controllo della tavolozza timbrica, di sviluppare una perfetta sintonia strumentale tra fiati, chitarre e ritmica, di evitare certi meccanicismi tipici del genere e soprattutto di sviluppare linee melodiche da un lato e assolo non invasivi dall’altro molto piacevoli e convincenti. Tra i brani segnaliamo anche la sinuosa Joe’s Jaws, la paradigmatica Take Home con la sei corde elettrica dell’ospite Umberto Fiorentino e la garbata Carillon, mentre tra gli strumentisti ricordiamo almeno il sassofonista Gianni Vancini, il batterista Cristiano Micalizzi e i chitarristi Max Rosati e Alberto Lombardi.

Raffaello Carabini

SpettaKolo, 16 agosto 2024